1410 Vincenzo Cimini Articoli
29 ottobre, 2018

Incertezza e fiducia sulla crescita economica: il sentiment dei CFO italiani secondo Deloitte

«I CFO italiani guardano ancora con ragionevole fiducia al futuro, anche se il clima di entusiastico ottimismo dell’autunno 2017 sembra essersi ridimensionato, complice soprattutto l’incertezza legata al contesto politico attuale. Nonostante tutto, ad oggi sempre più CFO ritengono che questo sia il momento giusto per assumere maggiori rischi, incrementare la forza lavoro e investire». Così dichiarano da Deloitte[1], nel commentare il sentiment dei CFO italiani ed europei. Interessante lo spaccato che emerge dall'ultima ricerca disponibile condotta a livello europeo su un campione di 20 Paesi e più di 1.600 CFO. Nello studio si evidenzia come  il 52% dei CFO italiani, preveda un aumento dei ricavi nei prossimi 12 mesi: 5 punti percentuali in più rispetto all’autunno 2017 toccando il livello più alto raggiunto dal 2015. Sono ancora positive anche le aspettative sui margini: il 40% dei CFO italiani, prevede margini più elevati nell'arco di un anno, sostanzialmente invariati rispetto all’autunno 2017. C'è però una tendenza, una sensazione da non sottovalutare: si inizia anche a percepire un rilevante intaccamento dei margini, soprattutto nell'Eurozona dove effettivamente le  previsioni prefigurano un trend di ulteriore discesa. I manager dall'area finanza e controllo di gestione sembrano più fiduciosi sui mercati non europei, in particolare dalla ricerca emerge uno smodato ottimismo tedesco su questo fronte.

Significativa anche la parte dell'indagine che concede spazio ai timori ed alle difficoltà che incontrano le aziende, sempre dal punto di vista dei CFO. Il 55% di essi sottopone la problematica di una evidente carenza di manodopera qualificata: questo rappresenta uno dei tre rischi più significativi per la propria impresa. Una percentuale in netta crescita rispetto al 37% dell’indagine di autunno 2017. Ed a giudicare dalle risposte si tratta di una preoccupazione a lungo termine, quindi di cui non intravede una possibile soluzione. In Italia si teme l'instabilità politica generata dalle ultime elezioni ed i timori sul protezionismo americano. Nonostante questi scenari, il 36% dei CFO prefigurava l'aumento del numero dei dipendenti nel giro di un anno. «Anche nel nostro Paese quindi come nel resto d’Europa, le aspettative di crescita economica sembrano rimanere piuttosto solide, nonostante sia andato esaurendosi l’entusiasmo dei mesi scorsi. Lo scenario complessivo, tuttavia, non è del tutto roseo: non va dimenticato, infatti, che, secondo le stime di crescita del Pil per il 2019 dello stesso FMI, l’Italia si colloca all’ultimo posto nell’eurozona, superata dalla Grecia». Una ricerca dunque che sembra riflettere le luci, le ombre, le contraddizioni e l'imprevedibilità di questa fare economica e sociale. Lo si evince anche da questo passaggio dello studio. In Italia e Inghilterra si registrano i più alti livelli di incertezza percepita: in Italia, più di un CFO su due (53%) considera il contesto esterno come altamente incerto (+54 punti percentuali rispetto al dato rilevato nell’autunno 2017).  In UK si arriva addirittura all’86%

Vincenzo Cimini