1406 Vincenzo Cimini Articoli
8 gennaio, 2019

Milano sperimenta il 5G: arrivano i robot, in estinzione i mestieri ripetitivi

Milano diventa la capitale del 5G. Vodafone ha investito 90 milioni di euro ed è capofila della sperimentazione promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico, insieme a 38 partner industriali e istituzionali per realizzare 41 progetti in vari ambiti: smart city, smart energy, sanità, manifattura e industria 4.0, education ed entertainment, digital divide. Una rivoluzione che avrà grandi conseguenza anche nel mondo industriale ed economico in generale. Quello che potrebbe accadere breve lo ha fatto intravedere Aldo Bisio, amministratore delegato di Vodafone Italia. « In Italia nei prossimi 5-10 anni il 50% dei lavori attuali saranno automatizzati ma solo il 10% sparirà. E il 95% dei lavori potranno essere tutelati solo grazie al reskilling». Il reskilling non è altro che la riqualificazione professionale del personale: per non perdere il posto sarà necessario adattarsi ad imparare altri tipi di ruoli, apprendendo nuove competenze. «In Italia mancano le competenze digitali, quindi è necessario costruire nuovi talenti. In particolare mancano ragazze programmatrici di software delle quali invece c'è un forte bisogno.  Bisogna agire sulla riqualificazione delle competenze». Proprio Vodafone ha lanciato una piattaforma basata sull'intelligenza artificiale che indirizza i ragazzi del liceo verso i lavori digitali più adatti a loro. E tra i partner di Vodafone c'è anche un robot chiamato Yape che servirà per le consegne a domicilio in città: viene descritto come completamente autonomo ed in grado di interagire con altre forme di intelligenza artificiale che popoleranno la smart city del futuro come le auto a guida automatica od i droni. E sarà proprio la rete 5G a rendere possibile tutto questo. Nel progetto c'è anche la milanese e-Novia che insieme ad ABB e Politecnico di Milano sta sperimentando la robotica innovativa. Grazie agli Smart Robots ed al 5G, i robots non si sostituiranno alla forza umana ma collaboreranno con l'uomo in sicurezza. Il robot della ABB si chiama YuMi e lavora insieme all'operatore umano aiutandolo nell'assemblaggio delle valvole con un approccio definito dai creatori “collaborativo” con il supporto delle tecnologie 5G e dell'edge computing. Questo robot sarà in grado di comunicare a distanza via wireless con un dispositivo capace di riconoscere i movimenti dell'operatore e di trasformarli in comandi per il robot stesso. A generare tali comandi non l'uomo ma ovviamente un software basato sull'intelligenza artificiale realizzato dal laboratorio Merlin del Politecnico di Milano. Gli operatori, se tutto andrà per il verso giusto, saranno dunque facilitati nelle operazioni di assemblaggio, ottimizzando i processi produttivi sia nei tempi che nella qualità del ciclo produttivo.  Qualche settimana fa l'operatore di telecomunicazioni giapponesi NTT DOCOMO insieme a Toyota è riuscito a realizzare un test in cui un robot umanoide è stato controllato a distanza sfruttando una rete sperimentale 5G. L'esperimento è avvenuto in laboratorio con una distanza di soli 10 chilometri ma tutto è andato alla perfezione. Questo tipo di robot umanoide di terza generazione è stato pensato per assistere l'uomo in ambienti diversi: cantieri edilizi, zone colpite da disastri, in ospedali e nello spazio. La tecnologia su cui si basa consente al robot di replicare il movimento di braccia, mani e piedi con l'ausilio della mappatura da parte dei controlli indossati dall'operatore: attraverso un visore infatti sarà possibile visualizzare le immagini dalla prospettiva del robot. Secondo l’ultimo rapporto  “The Twin Threats of Aging and Automation”[1], realizzato da Mercer e Oliver Wyman, l’Italia subirà un impatto molto forte dall'automazione del lavoro. Le ripercussioni più gravi saranno per gli over 50: il 58% di loro che assolve mansioni ripetitive con poche competenze rischia di essere spazzato via dai robot. Se pensiamo che l’Italia è il Paese europeo lavorativamente più vecchio con lavoratori tra 50 e i 64 anni operativi in mestieri dequalificati o con competenze facilmente sostituibili dall’intelligenza artificiale, si capisce subito l'impatto dell'automazione nel mondo del lavoro. Scenari che fino a qualche anno fa sembravano fantascientifici o degni della penna di Orwell ma che ormai sono diventati realtà. Una grande opportunità tecnologica ma che apre anche numerosi interrogativi sociali ed etici.

Vincenzo Cimini